I templi di Paestum sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO e sono tra i monumenti meglio conservati della Magna Grecia, il territorio colonizzato dagli antichi greci che comprendeva gran parte dell’Italia meridionale. I templi furono riscoperti alla fine del XVIII secolo, ma il sito nel suo complesso fu riportato alla luce soltanto negli anni ’50 del Novecento. Al riparo dalle folle di turisti che invadono i siti archeologici più famosi, il complesso appare immerso in una meravigliosa atmosfera di serenità e di pace. Portatevi il pranzo al sacco e concedetevi almeno tre ore.
In primavera, circondati da distese di papaveri rossi, i templi appaiono al massimo della loro bellezza. Comprate i biglietti nel museo, subito a est degli scavi, prima di entrare dall’ingresso principale situato all’estremità settentrionale. Il primo tempio che s’incontra è il Tempio di Cerere del VI secolo a.C., in origine dedicato ad Atena e utilizzato come cI1esa cristiana in epoca medievale. Dirigendovi a sud potrete osservare i resti del grande foro a pianta rettangolare, cuore della città antica. Tra le strutture in parte ancora in piedi si nota la vasta area di abitazioni e, ancora più a sud, l’anfiteatro: entrambi contribuiscono a dare un’idea della vita quotidiana che si conduceva in epoca romana.
All’interno delle case si vedono pavimenti in mosaico e I’impluvium marmoreo destinato a raccogliere l’acqua piovana. Il Tempio di Nettuno, risalente all’incirca al 450 a.C., è il più grande e il meglio conservato dei tre templi di Paestum, visto che mancano soltanto alcune parti dei muri interni e del tetto. Accanto si trova la Basilica (in realtà un tempio dedicato a Hera), che è il più antico edificio di Paestum giunto fino a noi. Costruito intorno alla metà del VI secolo a.C., con nove colonne sui lati brevi e 18 su quelli lunghi, è davvero imponente. Chiedete a qualcuno di fotografarvi accanto a una colonna: vi renderete conto delle proporzioni. Ritagliatevi un po’ di tempo per visitare anche il museo; disposto su due piani, espone un’affascinante collezione di metope (fregi in bassorilievo). La collezione comprende 33 delle originali 36 metope del Tempio di Hera Argiva, 9 km a nord di Paestum, del quale non rimane praticamente altro. Il pezzo forte del museo è rappresentato dall’affresco del V secolo a.C. proveniente dalla Tomba del Tuffatore, raffigurante un uomo a mezz’aria nell’atto di tuffarsi, forse a rappresentare il passaggio dalla vita alla morte.
Insieme all’affresco, scoperto nel 1968, all’interno della tomba c’erano una tazza per bere e una fiaschetta d’olio con cui forse il giovane avrebbe dovuto ungersi per una gara di lotta. La figura rappresentata è stilizzata, ma esprime il piacere di una fisicità la cui grazia e freschezza rimangono fissate nel tempo per l’eternità. Sotto il tuffatore, alcuni uomini riuniti in simposio brindano languidamente sdraiati sui divani.
Lascia un commento