Il 31 ottobre 1517, il frate agostiniano Martin Lutero (1483-1546) affisse sul portone della chiesa di Wittenberg in Sassonia, 95 tesi note come Discussione sulla dichiarazione del potere delle indulgenza. Il gesto portò nel 1521 alla sua scomunica e all’inevitabile rottura con la Chiesa di Roma, segnando un solco profondo nel mondo cristiano e aprendo la strada alla Riforma protestante. A 500 anni dalla pubblicazione delle tesi, la Chiesa luterana ha aperto l’anno giubilare dedicato a Lutero invitando in Svezia papa Francesco, che si è dimostrato solidale con l’idea originale della Riforma, nella speranza che l’appuntamento “contribuisca all’unità dei cristiani”.
Il padre lo voleva avvocato
Martin Lutero nacque il 10 novembre 1483 ad Eisleben, in Germania. Poiché suo padre desiderava che diventasse avvocato, nel 1501 iniziò a studiare diritto all’Università di Erfurt, percorso che poi abbandonò preferendo la filosofia. Infatti conseguì il titolo di Baccalaums artium, che corrispondeva alla laurea. Si racconta che nel 1505, durante un temporale, il giovane fosse colpito da un fulmine che lo avrebbe gettato a terra. Preso dal panico, avrebbe invocato Sant’Anna promettendole di farsi monaco se lo avesse salvato. Così avvenne e a 22 anni Martin entrò nel convento agostiniano di Erfurt. Due anni dopo fu ordinato sacerdote.
Il Vangelo secondo Martin
Tra il 1508 e il 1512, Lutero insegnò filosofia e sacre scritture all’Università di Wurttenberg e nel 1512 ottenne il titolo di dottore in teologia. Si specializzò nello studio del cristianesimo primitivo e dei libri biblici romani ed ebrei. Fu in questo contesto che iniziò ad analizzare gli errori della Chiesa romana a lui contemporanea, colpita dallo scandalo della vendita delle indulgenze. Nel 1515 divenne vicario e fu messo a capo di undici monasteri.
La vita monastica e l’intensa attività teologica lo condussero a un forte tormento interiore che gli fece mettere in discussione le leggi ecclesiastiche e monastiche, arrivando alla conclusione che servissero solo a umiliare l’uomo e non alla salvezza dell’anima. Partì da qui l’idea di dare una nuova chiave di lettura al Vangelo. Rinnegò la filosofia di Tommaso d’Aquino e si dedicò agli scritti di Sant’Agostino, Anselmo e Bernardo, elaborando una nuova fede che enfatizzava la grazia di Dio. La sua dottrina, alla base del credo protestante, si basava infatti sulla concezione che per accedere alla vita eterna l’uomo può essere salvato unicamente dalla fede in Dio e non compiendo buone azioni. Altro cardine della domina protestante da lui elaborata era l’abolizione della gerarchia ecclesiastica, in virtù del fatto che tutti gli uomini sono uguali.
Lutero professava, inoltre, l’inutilità del sacerdote come intermediario tra l’uomo e Dio, arrivando pertanto a mettere in discussione anche la figura del papa. Divenuto parroco della chiesa di Wittenberg nel 1516, ingaggiò la sua battaglia contro la Chiesa romana e il 31 ottobre 1517 affisse le famose 95 tesi contro il commercio delle indulgenze, grazie alle quali i fedeli avevano la possibilità di riscattare la propria remissione dei peccati integralmente o parzialmente pagando una quota alla Chiesa.
Essa serviva in realtà ad arricchirne le casse e a costruire la basilica di San Pietro. Occorre ricordare che il riscatto riguardava tanto i vivi quanto i loro cari defunti e che il commercio delle indulgenze aveva provocato una dilagante corruzione che interessa-va l’intero organismo episcopale e papale. Non solo: era coinvolta anche la famiglia dei banchieri Fugger di Asburgo, che con queste operazioni incassava quote esorbitanti per conto della Chiesa. Proprio da qui Lutero partì con la sua battaglia teologica e morale, che chiedeva trasparenza e l’attuazione di riforme in una chiesa corrotta. Solo in un secondo tempo, in mancanza di un dialogo con Roma, ruppe definitivamente i rapporti con il papato.
Scomunicato dal papa
Nel 1518 Lutero difese il suo punto di vista nello scritto Risoluzioni e iniziò a raccogliere numerosi consensi. I17 agosto di quell’anno fu convocato a Roma da papa Leone X che lo condannò per eresia. Lutero si alleò allora con alcuni principi tedeschi contro l’imperatore Carlo V per rivendicare l’autonomia tedesca contro l’egemonia imperiale. Per fermare la furia contestatrice del frate, il 15 giugno 1520 Leone X emanò la bolla Exsinge domine con la quale gli concedeva giorni di tempo per ritrattare le sue idee. La risposta fu drastica: in segno di sfida e protesta, il 10 dicembre 1520 Lutero bruciò pubblicamente la bolla papale e un volume di diritto canonico.
Il 3 gennaio 1521 papa Leone X lo scomunicò con la bolla papale Decet romanum pontificiem. Il 17 aprile 1521 Lutero fu convocato davanti alla dieta di Worms dall’imperatore Carlo d’Asburgo che gli chiese di rinunciare alle sue tesi, ma anche in questa sede rifiutò. Nel maggio, 1521 con l’editto di Worms venne dichiarato fuorilegge. Da questo momento prese avvio il processo di riforma luterana che coinvolgerà prima la Chiesa tedesca e poi quella nordeuropea. Dal 1522 al 1534, protetto dal principe Federico II di Sassonia, Lutero tradusse e pubblicò la prima Bibbia completa in tedesco per avvicinare il popolo alle sacre scritture. Con la diffusione della stampa, la Bibbia fu tradotta nelle lingue parlate dal popolo e diffusa in tutta l’Europa.
Ma Lutero non si fermò qui: cancellò i sacramenti (cresima, confessione, unzione degli infermi, ordine sacro, matrimonio), riconoscendo solo il battesimo e l’eucarestia, gli unici a essere menzionati nella sacra scrittura. Grazie all’appoggio dei re tedeschi, proclamò la sua nuova Chiesa nel 1530 con la cosiddetta Confessione d’Augusta che codificò i principi riformisti: è la prima Chiesa protestante. Numerosi teologi seguirono il suo esempio, rinnegando il cattolicesimo.
Si sposò ed ebbe sei figli
Il carisma di Lutero si legò all’immagine del suo ministero di sacerdote sposato con figli, come tutti gli altri uomini. Il matrimonio con Katharina von Bora fu infatti una pietra miliare nella storia della sua vita e del suo percorso religioso. Nata nel 1499 da una nobile famiglia decaduta, Katharina fu chiusa in un collegio di benedettine all’età di 5 anni e poi in un’abbazia cistercense, dove abbracciò la vita monacale nel 1515. Nel 1521, Lutero si espresse sul monachesimo che egli considerava fasullo e inesistente, teoria che portò allo scioglimento di molti voti religiosi, inclusi i suoi e della sua futura moglie. Nel 1525, infatti, Katharina scappò dal monastero in cui era rinchiusa e fu ospitata a Wittenberg dalla moglie del pittore Lucas Cranach. È in questa occasione che conobbe Lutero. I due ex religiosi si sposarono il 13 giugno 1525, rompendo le convenzioni dell’epoca. Con il matrimonio, la popolarità di Lutero aumentò al punto che agli sposi venne concesso un monastero sconsacrato dove vissero con i 6 figli.
Oltre a seguire l’educazione dei ragazzi e a prendersi cura del marito, soggetto a frequenti crisi depressive, Katharina per sbarcare il lunario produsse birra, praticò l’apicoltura e lavorò la terra, il che non le impedì, alla morte del marito nel 1546, di trovarsi in uno stato di precarietà. Costretta ad abbandonare Wittenberg per un’epidemia di peste, cadde dalla carrozza procurandosi molte ferite e mori qualche mese più tardi a 53 anni. Per anni incarnerà l’ideale protestante di donna e madre di famiglia. Il 25 settembre 1555 l’imperatore Carlo V e i principi protestanti con i quali Lutero si era coalizzato siglarono la pace di Augusta che suggellava la pacifica coesistenza tra protestanti e cattolici. Dalla Germania, poi, il protestantesimo si diffuse nei Paesi scandinavi e oltreoceano.
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