Secondo la tradizione, affermatasi già al tempo della rivoluzione francese, i partiti di destra sono quelle formazioni politiche che sostengono le forze conservatrici ed i cui rappresentanti siedono, per solito, nell’ala destra dei seggi dei parlamenti. Naturalmente il concetto di partiti di destra cambia storicamente e il progresso storico fa si che formazioni politiche considerate non di destra in un determinato periodo di tempo, lo divengano nel periodo successivo.
I partiti di destra nella storia italiana ed europea
Pertanto la distinzione è spesso incerta. Mentre in Europa la storia dei partiti di destra coincide con quella delle correnti conservatrici, nella storiografia italiana col nome di destra si indica la concreta realtà storica e politica assunta dal partito liberale nel periodo dal 1849 al 1876. E’ il periodo cosiddetto della destra storica, durante il quale, il partito liberale forni alla classe dirigente italiana uomini come Ricasoli, Farini, Minghetti, Sella, che, continuatori della politica di Cavour, portarono a termine, con Roma capitale, l’unità nazionale. Negli anni in cui rimase al potere la destra affrontò problemi vari e complessi: l’organizzazione centralizzata del nuovo stato italiano, il brigantaggio meridionale, i rapporti tra stato e chiesa. Dopo l’avvento della Sinistra al potere, 1876, la destra, nella quale confluirono le esperienze politiche delle varie regioni, esercitò una utile funzione di opposizione e da essa derivò la migliore tradizione liberale italiana.
La politica da essa sostenuta fu, però, molto criticata dagli avversari che l’accusarono per l’eccessiva prudenza in politica estera e le rimproverarono la mancanza di sensibilità nei problemi sociali in contrasto con le fondamentali esigenze democratiche. La destra non è necessariamente monarchica, per quanto il sentimento monarchico sia tradizionale per i conservatori italiani, e insiste particolarmente su certe forme di nazionalismo; è avversa decisamente a ogni forma di dirigismo economico e di statalizzazione della proprietà privata. In Francia è stata ed è una forte formazione di destra il gollismo. In Gran Bretagna il partito tradizionale di destra è il partito conservatore. Negli U.S.A. è piú difficile fare una distinzione fra repubblicani e democratici, dato che questi due partiti svolgono a volte una politica contradditoria con gli stessi loro principi. In linea di massima si potrebbe affermare che la destra americana è stata maggiormente rappresentata dai repubblicani.
Che cos’è la destra storica?
Con questo nome si definiscono i ministeri che hanno retto lo stato italiano dalla fondazione del regno (1861) fino al 1876, anno in cui sali al governo il ministro Depretis. Il partito della destra storica era stato praticamente creato dal Cavour, che aveva gettato le basi della direzione pubblica italiana riuscendo a costruire le basi del regno. In esso confluivano esponenti di diversa origine ideologica, in genere di tendenze moderate. I gabinetti della destra storica che si susseguirono furono, oltre al ministero Cavour, il ministero Ricasoli (1861-1862), il ministero Rattazzi (7 marzo-10 dicembre 1862), il ministero Farini, il ministero Minghetti, il ministero Lamarmora (che, nel 1864, effettuò il trasferimento della capitale a Firenze), il secondo ministero Ricasoli (dopo la fine della guerra del ’66), il secondo ministero Rattazzi (che, come al solito, si scontrò violentemente con Garibaldi), il ministero Menabrea (1867; fu rifatto tre volte), il ministero Lanza-Sella (cui è legata la presa di Roma), il secondo ministero Minghetti (a Lanza-Sella e a Minghetti è pure legata la dura politica di risanamento finanziario). La destra storica fu sfortunata in politica estera e militare (è responsabile delle gravi sconfitte di Lissa e di Custoza), ma riuscì a ordinare internamente il regno, sia pure su basi autoritarie e accentratrici; occorre ricordare però che i nemici dell’unità italiana erano molti: municipalisti scontenti, strati popolari ancora filo-austriaci, reazione borbonica e clericale. Alla destra storica va poi attribuito il merito della legislazione ecclesiastica in senso liberale, del potenziamento delle ferrovie, dell’unificazione delle leggi, dell’ordinamento amministrativo.
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