La pesca spinning in acqua dolce è tra le attività sportive più praticate all’aperto. Come tipologia di pesca è sicuramente la più avventurosa e divertente, pone dei seri problemi di abilità, è una pratica che si affina nel tempo e che riesce a dare molte soddisfazioni, non solo per la quantità e la qualità del pescato. La pesca spinning appaga essenzialmente per due motivi: è un’attività che richiede acume, abilità, addestramento, adattabilità e pazienza. Unisce insomma abilità fisiche, un certo occhio, ad altre di concentrazione miste al peso dell’esperienza (maggiore è, meglio si pesca, su questo sono d’accordo tutti). Inoltre è un’attività sportiva all’aperta: si sta nella natura, spesso in zone irraggiungibili dal traffico, in posti quasi sempre interessanti. È vero che spesso la pesca spinning viene praticata nei torrenti non troppo lontani dai centri abitati, ma per chi ha voglia di viaggiare, scoprire aree interessanti, conoscere nuovi posti, non mancano certamente i fiumi e i torrenti sui quali appostarsi per una buona missione di pesca.
Le acque dei torrenti e dei fiumi, nonché dei laghi risentono molto dell’ambiente circostante, la maggior parte delle volte sono acque pulite, che scendono rigogliose, ma va detto che spesso i pesci tendono a nuotare nelle zone di corrente più lenta, dove l’acqua tende a intorbidarsi.
Come scovare i pesci allora? Sicuramente bisogna imparare a leggere la corrente e dotarsi di un’attrezzatura moderna e adatta alla pesca, che comprende le esche artificiali per spinning speciali di Extra FG. Sulla visibilità dell’acqua, del suo fondo e della cresta, incidono diversi fattori. Anzitutto il livello di torbidezza dell’acqua, la caratteristica del fondale (se sabbioso o pietrisco), la forza della corrente (più in montagna si sale, maggiore è la limpidezza), l’illuminazione solare e il clima in generale, che influisce sui riflessi.
Gli occhiali da sole con lenti polarizzate sono l’essenziale per vedere i pesci. I riflessi della luce sull’acqua in questo modo non danno più problemi e quindi sono perfetti tanto nelle belle giornate primaverili, quanto nelle giornate invernali contraddistinte dalla caratteristica luce bianca.
Non è strano che comunque l’ora migliore per pescare coincida con il punto massimo di illuminazione. A mezza giornata, quando il giorno sta maturando, intorno all’ora di pranzo, quando i pesci escono dalle tane per cercare da mangiare. La luce perpendicolare sull’acqua inoltre crea meno riflessi della luce obliqua, rendendo la visibilità migliore.
Un’area di corrente è dove si nascondono i pesci, dove amano muoversi, qui bisogna arrivarci camminando in modo morbido, cercando di limitare i rumori, bisogna cercare di creare poco volume, cercando di rimanere nell’ombra. I pesci sono animali che sanno mimetizzarsi: l’evoluzione ha dato loro un vantaggio inequivocabile dato dalla loro forma sagomata e dal colore della pelle che tende a confondersi con l’acqua. Per questo motivo il pescatore dalla vista acuta sa che spesso per avvistare il pesce, non bisogna cercarne la sagoma, ma l’ombra.
Le esche artificiali di buona fattura danno un vantaggio, le trote ne sono attirate in modo particolare, ma non basta. Occorre scegliere bene ad esempio il periodo, come la primavera e i primi giorni dell’estate. L’acqua particolarmente torbida dopo una bella passata di pioggia. Nei giorni nuvolosi si può ad esempio prediligere la sera o il mattino. Molti di questi segreti si imparano con l’esperienza, ma l’attrezzatura può fare la differenza.
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