Ci sono mura imponenti molto simili tra loro erette in luoghi della terra lontanissimi. Gli studiosi non sanno ancora chi possa averle costruite. Alcuni indizi, tuttavia, fanno sospettare l’esistenza di un’antica civiltà di esseri molto alti, dalla forza spropositata che avrebbe dominato il mondo prima della comparsa dell’uomo e che all’uomo avrebbe lasciato, impressi nella roccia, segni del proprio passaggio.
Argentina, la terra di esseri enormi
In Patagonia, dove finisce il mondo, il vento e la pioggia sferzano continuamente le coste. Tra il Cile e l’estremo sud dell’argentina, questo enorme lembo di terra è comparso prima ancora di essere scoperto. In una mappa del 1513 ci sono già le sue coste, eppure l’esploratore e navigatore portoghese Ferdinando Magellano doveva ancora arrivarci. In quel documento cartografico, l’ammiraglio turco Piri Reìs, che l’ha disegnato, la illustra come una terra popolata da animali giganteschi. Alcuni conosciuti, altri no. Sei anni dopo Magellano scopre queste terre nel corso di una delle sue esplorazioni: la prima circumnavigazione del globo dal 1519 al 1522. Con lui c’era Antonio Pigafetta, geografo e scrittore che ha avuto il merito di completare il viaggio dopo la morte del celebre esploratore, ucciso il 27 aprile 1521 a Mactan, nelle Filippine.
Magellano non è stato l’unica vittima di quella spedizione: dei 260 uomini partiti, ne sono tornati solo 18. Al termine del viaggio, Pigafetta ha scritto una descrizione dei giganti della Patagonia nel libro Relazione del primo viaggio intorno al mondo, pubblicato nel 1524: “Venne uno de la statura quasi come uno gigante nella nave capitania per assicurare li altri suoi. Aveva una voce simile a uno toro”. E ancora, “un dì a l’improvviso vedessimo un uomo, de statura de gigante, che stava nudo nella riva del porto (…). Quando fu nella sua e nostra presenzia, molto se meravigliò e faceva segni con un dito alzato, credendo venissero dal cielo. Questo era tanto grande che li davamo alla cintura”.
Testimonianze varie
Gli uomini della spedizione di Magellano e Pigafetta, dunque, in questa regione all’estremo sud dell’Argentina hanno incontrato esseri ai quali arrivavano alla cintura. Non è questa l’unica testimonianza sui giganti argentini. La popolazione della Patagonia ha impressionato anche altri esploratori. Sessant’anni dopo, nel 1586, il corsaro inglese Thomas Cavendish, durante una spedizione ambiziosa attorno al globo, perde la vita nell’Atlantico. Della sua impresa, però, rimane memoria. Un diario di bordo nel quale si parla di giganti: “Erano una sorta di creature rudi e selvagge; e, a quanto pareva, una razza di giganti, la cui misura di uno dei loro piedi era di 18 pollici di lunghezza che, calcolando con la normale proporzione, darà circa 7 piedi e mezzo per la loro statura…”.
Uomini alti due metri e trenta centimetri, dunque. Due secoli dopo, nel 1756, un altro viaggiatore, questa volta francese, Charles de Brosse, descrive così gli abitanti di queste terre: “La costa del porto Desire è abitata da giganti alti da 15 a 16 palmi. Io stesso ho misurato l’impronta di uno di loro sull’argine, che era quattro volte più lunga di una delle nostre. Ho misurato anche i cadaveri di due uomini sepolti recentemente presso il fiume, che erano lunghi 14 palmi”. Esseri enormi, alti quasi tre metri e mezzo. È quanto racconta anche James Cook.
L’esploratore, navigatore e cartografo britannico del 1700 dice non solo di aver incontrato uomini giganti, ma di averne addirittura catturato uno, poi portato sulla sua nave e legato all’albero. Questo essere enorme, però, sarebbe riuscito a liberarsi e a tuffarsi in mare. Cook nel giornale di bordo di un altro viaggio scrive che, pur essendo lui alto più di un metro e novanta centimetri, non arrivava neanche sotto le braccia di questi uomini. Anche Lord John Byron, comandante della fregata inglese Dolphin nel 1700, racconta di una popolazione fatta da persone altissime, descritte da lui e da tutto il suo equipaggio. Sono testimonianze lontane nel tempo, ricche di particolari diversi, molti dei quali possono essere riuniti in un’unica grande storia, iniziata, secondo la popolazione del luogo, in epoca precolombiana.
Di uomini altissimi, infatti, si parlava già nei racconti legati alla grande divinità degli Inca, Viracocha: “Il dio creatore decise di creare un mondo in cui far vivere gli uomini. Scolpì grandi figure in pietra di giganti, che poi animò. In principio tutto andò bene, ma poi i giganti cominciarono ad azzuffarsi e allora Viracocha li distrusse”. Di esseri enormi parla persino la Bibbia, nel sesto libro della Genesi: “C’erano sulla Terra i giganti a quei tempi, e anche dopo, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi”.
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