Se è certo che la Seconda guerra mondiale è stata vinta grazie alla tecnologia (radar; bomba atomica, affinamento della crittografia), pare anche che un contributo speciale sia stato dato dagli… illusionisti.
Lo scenario sarebbe stato El Alamein, in Egitto, dove ha luogo la cosiddetta “battaglia creativa”, perché vinta non solo con tatticismi militari, ma anche con l’astuzia e probabilmente con dei trucchi. È l’autunno 1942, quando va in scena l’ultimo atto della lunga battaglia di EI Alamein: la controffensiva finale dell’Armata britannica contro le forze dell’Asse italo-tedesco di stanza in Africa. Da una parte, il neo-insediato generale inglese Montgomery Dall’altra, l’ufficiale pluripremiato Erwin Rommel, al comando dell’Aftikakorps tedesco. Rommel gode dell’incondizionata fiducia di Hitler, dopo le vittorie riportate sull’esercito britannico nel deserto, per le quali è stato soprannominato “volpe del deserto”. Il suo obiettivo è di raggiungere il canale di Sue; geopoliticamente importante per i britannici, e di “mettere le mani” sui giacimenti petroliferi del Medio Oriente. Nonostante tutto sia stato studiato nei minimi dettagli, l’esito della battaglia gli sarà sfavorevole. È vero che le truppe tedesche sono decimate e così i carri armati e le forze aeree rispetto a quelle inglesi. Questi ultimi, inoltre, possono contare su quantità illimitate di carburante e manodopera, provenienti dalle colonie britanniche.
Sulla carta, comunque, la vittoria di Rommel è considerata più che possibile, vista la sua esperienza e superiorità tattica. Non va così, invece. La vittoria se l’aggiudica Montgomery, che decide di sostituire i fanti con i carri armati e di spostare sulla costa l’attacco previsto nell’entroterra. Non solo. Pare che il suo piano includa anche qual-cosa di diverso. Qualcosa di “magico”.
Un illusionista in campo
Jasper Maskelyne è uno degli illusionisti più popolari del tempo e, un po’ come David Copperfield, che si dice sia stato ingaggiato dall’esercito americano per stanare Bin Laden, potrebbe essere stato utilizzato per contribuire a una battaglia difficile e alla definitiva caduta dei tedeschi. Nato nel 1902 da una famiglia di illusionisti inglesi, dei quali continua le tradizioni per guadagnarsi da vivere, a 38 anni vede scoppiare la seconda Seconda guerra mondiale. Pur sprovvisto di esperienza militare, decide di arruolarsi come volontario e di mettere al servizio dell’esercito le sue più fini tecniche, applicandole alla guerra. Sembra che i vertici militari reagiscano con scetticismo e che lui risponda creando l’illusione di una nave da guerra tedesca sul fiume Tamigi, grazie al modellino di una corazzata tedesca, la Admiral Graf Spee e a un gioco di specchi.
Dimostra così che i giochi di illusione ottica sono efficaci quanto le tecniche mimetiche militari, se si tratta di confondere il nemico. Il passo tra questa stupefacente dimostrazione e l’arruolamento nell’esercito in Nordafrica pare sia stato breve. Nel 1941 sarebbe stato inviato in Egitto e messo a capo di un reparto speciale di 14 persone (restauratori, scenografi, architetti, pittori, ingegneri, chimici). Il reparto si chiama Camouflage Experimental Section, ma tutti lo conoscono come The magie gang.
Lascia un commento