In questa cappella barocca è custodito il Cristo velato, la straordinaria scultura in marmo di Giuseppe Sanmartino raffigurante il corpo disteso di Gesù coperto da un velo impalpabile, tanto realistico che si è tentati di sollevarlo. Oltre a questa meraviglia, la cappella contiene altri capolavori, fra cui le sculture Disinganno di Francesco Queirolo e Pudicizia di Antonio Corradini e i vivacissimi affreschi di Francesco Maria Russo, realizzati nel 1749 e conservatisi splendidi come allora senza alcun intervento di restauro. Eretta sul finire del XVI secolo per ospitare le tombe della famiglia Di Sangro, la cappella, d’ispirazione massonica, assunse il suo attuale aspetto barocco tra il 1749 e il 1766, quando il principe Raimondo Di Sangro incaricò i massimi artisti dell’epoca d’impreziosirne l’interno. Nel Disinganno di Queirolo, l’uomo raffigurato nel tentativo di liberarsi da una rete rappresenta il padre di Raimondo, Antonio duca di lbrremaggiore, il quale, dopo la morte prematura della moglie, abbandonò il giovane Raimondo per darsi ai viaggi e ai piaceri mondani. Pentitosi negli ultimi anni, fece ritorno a Napoli per consacrarsi al sacerdozio nel tentativo di liberarsi dal peccato, e cosi fu rappresentato dallo scultore. Ancora più intensa è la Pudicizia di Corradini, dove la figura femminile velata è un omaggio alla madre di Raimondo, Cecilia Gaetani dell’Aquila d’Aragona, morta quando il principe era appena undicenne; lo sguardo smarrit9.della statua e la lapide spezzata sono i simboli di una vita troppo presto recisa. Il pavimento originale della cappella, in marmi policromi, rimase gravemente danneggiato nel 1889 in seguito a un crollo che interessò la cappella e l’adiacente Palazzo Di Sangro. Disegnato da Francesco Celebrano, sopravvive in alcuni frammenti del corridoio che parte dal lato destro della cappella. Il corridoio conduce a una scalinata in fondo alla quale sono custodite due spettacolari macchine anatomiche, gli scheletri di un uomo e di una donna sui quali è visibile l’intero sistema circolatorio. Resta tuttora aperto il dibattito sulla naturalità o artificiosità dei due circuiti di vene e arterie completi di capillari: sono originali o si tratta di riproduzioni? E, nel primo caso, come sono potuti giungere fino a noi in un tale stato di conservazione? A più di due secoli di distanza, il mistero che circonda il principe Raimondo di Sangro, celebre alchimista, non è stato ancora del tutto svelato.
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