Una tomba affascinante nei pressi di un tempio. Una splendida favola d’amore. Uno dei tanti enigmi dell’antico Egitto.
Solo dopo 35 metri di discesa si arriva alla tomba numero 353, una delle due sepolture del faraone Senmut, al limite inferiore del tempio di Deir el Bahari, di fronte alla città di Luxor. La prima, più grande, il sovrano se l’era fatta costruire a Sheikh-Abd el Qurna, nella necropoli di Tebe. È una tomba veramente particolare, soprattutto per il suo soffitto astronomico: il disegno nasconderebbe un segreto che i sacerdoti dell’antico Egitto dovevano tenere celato anche a costo della vita.
Malvisto dagli altri sacerdoti
Intorno al 1450 avanti Cristo Senmut, braccio destro del faraone donna Hatshepsut, di cui era consigliere e tutore della primogenita, viene nominato gran sacerdote. In questa veste entra in possesso delle conoscenze riservate alla casta. Segreti da non rivelare mai, pena la morte. Ebbene, forse Senmut, osteggiato dagli altri sacerdoti per il suo legame speciale con la sovrana, ha fatto realizzare questa seconda tomba proprio per riportare sul soffitto un disegno che racconterebbe cose che un gran sacerdote non avrebbe mai potuto dire apertamente.
Sepoltura speciale
Gli antichi egizi hanno elaborato una scansione del tempo simile alla nostra grazie alla loro conoscenza del cielo. Quella che si vede sul soffitto della tomba 353 di Senmut – che misura tre metri per tre metri e sessanta – è la prima rappresentazione della sfera celeste mai prodotta dall’uomo. È divisa in due parti: in quella inferiore c’è il calendario egizio, in quella superiore c’è la raffigurazione dell’emisfero australe. Al centro quattro imbarcazioni: le due più piccole rappresentano Giove e Saturno, le maggiori, invece, Sirio a sinistra e Orione a destra. Quest’ultima raffigurazione ha suscitato l’interesse di molti studiosi: potrebbe rappresentare la spiegazione di uno dei più grandi misteri dell’antico Egitto, quello della piana di Giza.
Le tre stelle della cintura di Orione, infatti, sembrano ricalcare la posizione delle piramidi di Micerino, Chefren e Cheope, mentre una quarta stella ha la posizione esatta della sfinge rispetto a, loro. Intorno alla stella centrale ci sono tre ellissi come orbite di altrettanti pianeti: questa composizione rappresenterebbe la plkamide di Chefren e, nel cielo, alla stella di Epsilon Orionis. Perché Senmut ha voluto mettere quelle ellissi? Forse conosceva, così come gli antichi sacerdoti, la casa degli dei, ossia il luogo dove Orione, che era la divinità principale, poteva essere nato? Sono suggestioni e ipotesi fantastiche. Come quella secondo cui le tre ellissi rappresenterebbero, in realtà, tre gocce d’acqua, origine della vita.
Conferme dalla scienza?
Due notizie hanno alimentato queste credenze. Nel 1992 da uno screening della volta celeste visibile dalla Terra è emerso che c’era un gran numero di stelle intorno alle quali si muovevano dei pianeti. Una di queste era proprio Epsilon Orionis, la stella centrale della cintura di Orione. Sei anni dopo, nel 1998, un telescopio montato su un satellite ha scoperto che c’erano due grandi concentrazioni d’acqua nell’universo visibile: la prima intorno al sole, quindi la Terra, la seconda proprio intorno alla stella Epsilon Orionis. Forse Senmut ha voluto dirci che anche lì c’era vita.
Conoscenze da tramandare
Quel che è certo è che il gran sacerdote ha fatto di tutto per tenere nascoste queste conoscenze. Il soffitto della tomba è stato disegnato rapidamente: mentre tutto intorno le pareti sono incise in rilievo, la volta è dipinta con tratto semplice. Probabilmente da lui stesso, che era un architetto. Il disegno poi è stato coperto di intonaco per impedire che i contemporanei lo potessero vedere. Gli stessi contemporanei che Senmut for-se odiava perché non vedevano di buon occhio il suo amore per la donna faraone, Hatshepsut.
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