In Italia il Carnevale è una festa molto sentita e la tradizione, i costumi tipici e persino i dolci che celebrano questo evento variano in base alle diverse regioni, anche se tutti sappiamo che esiste una città d’Italia dove il Carnevale è particolarmente suggestivo e ci trasporta indietro nel tempo: Venezia. Qui il Carnevale si trasforma in un tripudio di colori, maschere, balli e galà eleganti. Ecco allora qual è la sua storia.
La storia del Carnevale di Venezia
Il Carnevale Ambrosiano e quello di Viareggio sono forse le manifestazioni più conosciute in Italia, ma quando si parla di Carnevale in Italia, tutto il mondo sa che c’è una città in particolare dove questa festa non solo è particolarmente sentita, ma trasporta l’intera città indietro nel tempo, fra i suoi fasti antichi, e la popola di maschere, balli e feste esclusive. Parliamo del Carnevale di Venezia, un evento unico nel suo genere e orgoglio del Carnevale nel Bel Paese.
Il Carnevale di Venezia è una festa antichissima e il primo documento che ne conserva memoria risale a 900 anni fa. Proprio così. Si parla del Carnevale di Venezia già nel 1094, all’epoca del Doge Vitale Faier, in un documento che trascriveva tutti i divertimenti che si svolgevano in città nel periodo che precedeva la Quaresima.
Questa festa, però, ha una storia molto più antica, ancora più indietro nel tempo, e affonda le sue radici negli antichi riti ancestrali che segnavano il passaggio dall’inverno alla primavera. Queste festività erano molto comuni nell’antichità e avevamo molte affinità con i riti in cui si celebrava Dionisio; durante queste feste l’antico motto era “semel in anno licet insanire”, che significa “una volta all’anno è lecito non avere freni”.
Il significato era molto semplice: durante queste feste i potenti e i nobili concedevano ai meno abbienti l’illusione di pensare che, almeno per una volta, tutti i cittadini potevano essere uguali tra di loro. E almeno una volta all’anno le classi sociali più umili avevano il diritto di travestirsi, indossare una maschera e burlarsi dei loro padroni. Un modo per cercare di tenere sotto controllo eventuali tensioni sociale che potevano scaturire da povertà e disuguaglianze, insomma.
In antichità il Carnevale a Venezia aveva una durata maggiore e il suo inizio aveva luogo la prima domenica del mese di ottobre, continuava anche durante l’Epifania e aveva il suo apice nei giorni che precedevano la Quaresima. Oggi, invece, i festeggiamenti sono più limitato, durano circa dieci giorni e coincidono con il periodo che precede la Pasqua.
Per i veneziani questa festa era molto importante; durante il periodo del Carnevale non c’era spazio per preoccupazioni, pensieri tristi o controversie. L’imperativo era uno solo: divertirsi. Per l’occasione venivano costruiti alcuni palchi, uno dei quali sorgeva nell’imponente Piazza San Marco, che diventavano teatro di attrazioni ed eventi che coinvolgevano tutta la città.
Venezia diventava una città allegra e in vena di far festa; per l’occasione venivano ingaggiati saltimbanchi, ballerini, acrobati e giocolieri e l’atmosfera era arricchita dai cittadini che accorrevano numerosi nelle piazze per divertirsi e assaporare i prodotti venduti dai venditori ambulanti come frittelle, dolci e castagne. Venezia, per la sua posizione strategia, ha sempre avuto un rapporto privilegiato con i paesi più lontani e con l’Oriente ed era proprio il Carnevale l’occasione perfetta per stringere ulteriormente questi rapporti commerciali invitando i mercanti dai paesi più lontani.
Diversi Carnevali di Venezia sono passati alla storia, anche a causa del periodo e del contesto storico in cui si sono svolti. Significativo è stato il Carnevale del 1571; la storia ricorda quell’anno come quello della grande battaglia di Lepanto, lo scontro navale che, durante la guerra di Cipro, vide fronteggiarsi le forze musulmane dell’Impero Ottomano e quelle Cristiane della Lega Santa, di cui la Repubblica di Venezia faceva parte.
In occasione della vittoria della Lega Santa, il giorno di Carnevale la città di Venezia allestì una grande sfilata di carri allegorici. L’impatto visivo fu fortissimo: in primo piano c’era la Fede, che si trovava sopra un grande drago incatenato. A seguirla, c’erano le virtù teologali, mentre la Vittoria guardava ai vinti e la Morte, con la falce in mano, partecipava anch’essa alla vittoria.
In molti altri anni il Carnevale di Venezia assunse un rilievo particolare che affondava nel tessuto sociale e politico del paese, ma in generale questa festa ha sempre rappresentato per la città l’occasione perfetta per festeggiare e lasciare andare i propri istinti in una città che in quei giorni viveva di sfarzo, lusso e spensieratezza. La storia del Carnevale di questa città ricorda inevitabilmente la Venezia del ‘700 e quindi la città di Giacomo Casanova, simbolo insieme a Venezia di un modo festaiolo e galante, ma anche superficiale e lascivo.
Nel XIX secolo il Carnevale di Venezia, pur conservando il suo spirito tradizionale, modifica la propria immagine perfettamente al passo con i tempi; la Venezia del Romanticismo ispirava artisti e poeti grazie alle sue bellissime lagune, alle paludi e a quell’aspetto un po’ tetro che tanto piaceva agli scrittori romantici.
Dopo la caduta della Repubblica di Venezia anche il Carnevale subì una battuta d’arresto e non venne visto ben volentieri dai dominatori francesi e austriaci. La tradizione non andò comunque persa e a conservarla furono le isole di Burano e Murano, fino al XX secolo, quando alcuni cittadini riuniti in associazioni decisero di far risorgere lo storico Carnevale, che riprese vita nel 1979. Per l’occasione, il Comune, il Teatro La Fenice e la Biennale organizzarono un fitto programma della durata di 11 giorni per permettere a tutta la città di festeggiare in pompa magna.
Piazza San Marco è il luogo più importante dei festeggiamenti del Carnevale e tutti gli anni ospita artisti e anche artigiani, che spesso raccontano la storia della città di Venezia attraverso manufatti e prodotti artigianali, come strumenti musicali, stoffe e tessuti pregiati. La città durante il Carnevale è coloratissima e in festa e sembra rivivere i fasti dell’antica Repubblica di Venezia.
Ma l’elemento più importante del Carnevale di Venezia che si celebra ancora oggi è un altro ed è rappresentato dalle maschere e dai bellissimi costumi con i quali le persone che festeggiano il Carnevale sfilano e passeggiano per la città. Venezia è la città delle maschere per eccellenza e passeggiando per le sue calli potrete imbattervi in storiche botteghe artigianali che vendono le tipiche maschere Veneziane, da utilizzare per il Carnevale ma da utilizzare anche come bellissimo elemento d’arredo dentro casa.
Durante il Carnevale a Venezia non mancano cene di gala e balli all’interno di sontuosi palazzi della città. Vivere un’esperienza simile permette di immergersi completamente nello spirito del Carnevale della città e ogni anni sono moltissimi che prenotano i biglietti per questi eventi con largo anticipo. Unica nota negativa, però, è il prezzo: eventi esclusivi come questi che a Venezia celebrano il Carnevale possono essere davvero molto costosi.
Ogni anno il programma previsto per il Carnevale di Venezia è diverso e se volete partecipare agli eventi e conoscere il calendario dettagliato di tutte le manifestazioni che la città organizzerà per l’occasione è necessario consultare il sito ufficiale dedicato al Carnevale di Venezia.
Il carnevale di Venezia ormai è un luna-park artificiale, tenuto in piedi dalle enormi sovvenzioni pubbliche, che servono a far venire turisti che pagano.
E i veneziani se ne tengono alla larga, a parte chi ci guadagna direttamente. Invece nel sestiere di Cannaregio anni fa per sfuggire alla noia, allo snobismo, alla morsa dell’Organizzazione simil-mafiosa del carnevale ufficiale, alcuni cittadini si sono inventati “El svolo de la pantegana” per prendere in giro “il volo della Colombina” dal campanile di S.Marco. È nata quindi una festa paesana, rustica, semplice, allegra e genuina che col carnevale ufficiale aveva in comune solo le date. Ogni anno il successo e il divertimento in questo angolo di Venezia che i turisti ignoravano, per fortuna , aumentava e sempre più veneziani accorrevano e contribuivano aiutando, fino a che l’Organizzazione, la Cosa Nostra del Comune, si è accorta che rischiavano di perdere clienti a favore della Pantegana di Cannaregio e hanno cercato di metterci sopra le zampe avide. Non so com’è finita perchè da un paio d’anni ho lasciato Venezia ma spero che la corruzione del denaro non abbia fatto cedere gli abitanti di Cannaregio.