Le sei religioni più diffuse al mondo, secondo le statistiche, sarebbero il Cristianesimo, l’Islam, l’Induismo, il Buddhismo, il Taoismo e il Confucianesimo. Il condizionale è d’obbligo quando si parla di statistiche sul credo religioso: i dubbi possibili nella raccolta dei dati sono infatti parecchi, anche a causa dei possibili “falsi positivi”. In fondo la religiosità è un concetto “sfumato”, che può significare cose diverse per persone diverse (e per religioni diverse). I fedeli delle sei religioni maggioritarie, messi insieme, ammonterebbero comunque a oltre 6 miliardi di persone sulle 7 e mezzo del pianeta.Chi si nasconde dentro la frazione “altri”, che è quasi un quinto della popolazione totale? Vi rientrano tutte le altre religioni messe insieme, che sono oltre 30mila! E a queste vanno aggiunti gli agnostici, gli atei e anche i disinteressati alla religione in generale. Nonché quelli che hanno una religione per scherzo, come i pastafariani o i seguaci della forza dei jedi.
Calo di credenti in Italia
In Italia, secondo una ricerca Gallup condotta nel 2012, “Global lndex of Religion and Atheism”, il 74% della popolazione si ritiene in qualche modo religiosa, il 15% si dichiara non religiosa e l’8% si dichiara atea. In frazioni abbiamo 3/4 di religiosi e 1/4 di non religiosi.Tra i 3/4 di religiosi, però, due persone su tre si dichiarano non praticanti. Resta quindi solamente 1/3 di persone praticanti sui 3/4 che si professano religiosi. Quanto fa 1/3 di 3/4? È facile da calcolare: il “diviso” in matematica diventa una “per”.
Si rovescia quindi la proporzione: 1/4 degli italiani sono religiosi praticanti; 3/4 sono invece non praticanti, disinteressati, agnostici oppure atei. Confrontando il dato del 74% con i rapporti precedenti si nota che, per quanto sia alta, la percentuale dei credenti è diminuita sensibilmente. In ogni caso, con questa percentuale vicina ai 3/4 degli italiani, il nostro Paese arriva al 6° posto per religiosità nella classifica degli stati dell’UE. Al primo c’è Malta con il 94%, segue la Romania (92%), la Gran Bretagna è al 17° posto (37%), la Francia al 24° (27%) ma anche la cattolicissima Spagna è appena al 10° (59%). Fanalino di coda? La Repubblica Ceca al 27° posto ( I 6%).
Il futuro sorpasso dell’Islam
Le stime attuali prevedono una considerevole crescita della popolazione dei paesi attualmente a maggioranza musulmana. Nell’ipotesi che la religione si erediti direttamente dai genitori, senza libera scelta, allora il trend della popolazione può essere direttamente interpretato come trend di variazione del credo religioso. Avremmo in questo caso il sorpasso della religione islamica su quella cristiana intorno ai 2070. Ma le ipotesi di trend, si sa, sono fatte per essere smentite.
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