Il sorriso? Meglio del cioccolato
Alcuni studi condotti nel Regno Unito hanno rivelato che sorridere stimola i meccanismi di ricompensa del nostro cervello meglio del cioccolato, nota fonte di piacere. Utilizzando un apparecchio di risonanza magnetica funzionale per immagini e monitorando la frequenza cardiaca per evidenziare l’attivazione dei processi emozionali in risposta ai diversi stimoli, i ricercatori britannici hanno scoperto che un sorriso fornisce lo stesso livello di stimolazione cerebrale di 2.000 barrette di cioccolato o del ricevere in regalo oltre 20mila euro in contanti. Non è incredibile come sembra: «La spiegazione viene dalla nostra evoluzione: siamo più “tarati” per ricavare piacere da un sorriso rispetto a soldi o cioccolato», commenta Ongaro, «perché questi ultimi non hanno avuto alcun ruolo nella nostra storia evolutiva, mentre la reazione di piacere che proviamo nel fare o nel ricevere un sorriso spontaneo e sincero è stata parte integrante della nostra fisiologia sin dal principio. Senza contare che mentre i soldi e il cioccolato suscitano un piacere temporaneo e danno assuefazione immediata, come abbiamo detto il sorriso induce nel nostro corpo importanti modificazioni neurobiochimiche».
Vale anche se non è spontaneo l’approccio con il superiore scorbutico, il medico che incute soggezione: sono situazioni di disagio che mai ci strapperebbero un sorriso spontaneo. Per fortuna anche un sorriso forzato può ribaltarle. «Sorridere riduce comunque lo stress, a prescindere dall’avere un motivo per farlo», spiega la psicologa fiorentina Elisabetta Rotriquenz. «Il sorriso infatti protegge dai problemi psicosomatici derivanti dalle situazioni stressanti, indipendentemente dal fatto che la persona sia davvero contenta. Ciò vuoi dire che bisogna sorridere anche se non si ha voglia di farlo. Il nostro cervello “valuterà” il sorriso come un fattore positivo e produrrà endorfine che ci faranno stare meglio». Ma c’è di più. Due studi dell’Università cli Uppsala (Svezia) hanno dimostrato che il sorriso è contagioso e che quando vediamo qualcuno sorridere veniamo inconsciamente spinti a fare altrettanto: «Si tratta di un meccanismo bidirezionale che agisce su base subconscia», spiega Ongaro. «Il fenomeno è noto anche come “contagio emotivo”: alla base vi è un meccanismo per il quale, se qualcuno ci sorride, il fosti o stato d’animo cambia e ci permette di entrare in empatia con chi abbiamo di fronte, sincronizzandoci inconsciamente con le sue emozioni e comprendendo meglio i segnali emotivi che ci invia». Sorridere, quindi, non solo è importante per la nostra salute, ma è anche il primo indispensabile passo per avviare relazioni sociali costruttive. Ricordiamocelo e, volenti o nolenti farrintnnin critinnen
Sul lavoro, è segno di competenza
Uno studio della Pennsylvania State University (Usa) ha confermato che le persone sorridenti vengono percepite come competenti. Quindi un semplice sorriso può fare la differenza sia nei rapporti interpersonali sia sul lavoro, facendoci apparire più piacevoli e predisponendo bene il nostro prossimo. «Le persone sorridenti sono associate a caratteristiche di efficienza e affidabilità», dice Elisabetta Rotriquenz, perché trasmettono forza e sicurezza e inducono a credere nella loro capacità di affrontare e vincere anche le sfide più difficili».
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