Confessare un’infedeltà nel Duomo di Milano, alle sette e mezza di un lunedì mattina, costa una penitenza intelligente e tutt’altro che facile da assolvere: quindici minuti di silenzio. Niente filotto d’Avemaria. Niente prediche prolungate, salvo un discutibile «quando si tradisce si tradiscono anche i figli» e un classico «quante volte, figliolo?». Dopo i primi secondi di domande specifiche, sorprendentemente, l’argomento non si tocca più. Salvo il consiglio spassionato, che arriva prima del congedo, di rivolgersi al nuovissimo «Ufficio separati» che inaugura l’8 settembre presso l’arcivescovado di Milano, «perché prima ci si separa nel cuore, e solo poi si tradisce. Ci vada con la sua sposa». Curioso constatare come il tradimento desti meno scandalo in una cattedrale di quanto non faccia nella laica società occidentale.
È bastato infatti che un gruppo di hacker un po’ guardoni e un po’ paladini dei consumatori craccasse il sito d’incontri extra-coniugali AshleyMadison.com pubblicando nomi e indirizzi mail di parte dei sui 37 milioni d’iscritti, per far emergere quanto contraddittorio, moralista, voyeur, sanguigno e da lettera scarlatta sia l’approccio pubblico verso il tema dell’infedeltà. Ogni quotidiano di provincia, sia in Italia che all’estero, s’è subito ingegnato a calcolare quanti «adescatori» comparissero tra i propri cittadini, traendone conclusioni antropologiche su come sia doppia, e in buona sostanza finta, la vita di ciascuno.
Secondo la polizia di Toronto, tre suicidi avvenuti nelle scorse settimane (il tasso di suicidio tra gli uomini canadesi è di tre volte superiore a quello femminile) sarebbero avvenuti proprio a causa del senso di vergogna seguito allo smascheramento. Stelle di reality show conservatori, paladini in America della monogamia e della famiglia cristiana, hanno dovuto fare pubblica ammenda per la loro «insopportabile ipocrisia». Senza contare le rivelazioni di Ed Stetze nel blog The excharzge pubblicato dal sito Christia-nityToday.com: «Circa 400 tra pastori, leader religiosi e diaconi si dimetteranno nelle prossime settimane perché iscritti a Madison». Contemporaneamente, uomini di ogni età, anche in Italia, si sono fiondati presso le redazioni locali per chiedere che la lista dei nomi fosse cestinata: «Se pubblicate il mio sono rovinato».
Un sentimento di messa alla gogna simile a quello che esplode in occasione degli scandali per corruzione e che colpisce indistintamente uomini e donne nonostante i dati sottratti dimostrino una preponderanza di uomini schiacciante (20 milioni i profili attivi contro i 10 mila femminili. Gli altri iscritti, è emerso, sono falsi o dormienti). E’ di queste ore la notizia, per esempio che due donne di Biella che da mesi pagavano gli ex amanti (una aveva già versato 3mila euro) per comprarne il loro silenzio, vittime di questa moderna forma di estorsione.
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